Gestione dei rischi

La nostra capacità di anticipare e gestire i rischi in ambito ambientale e sociale ci permette di migliorare sia la nostra performance di sostenibilità sia le prestazioni del gruppo.

 

Sustainable Development Assessment (SDA)

per la valutazione ex ante dei potenziali impatti in chiave ESG delle operazioni.

Valutazione dei rischi ESG

 

per valutari i rischi relativi ai nostri impatti ambientali sociali e di governance delle nuove operazioni di finanziamento e/o investimento. 

 

Come identifichiamo e presidiamo i rischi

Individuare e gestire i rischi emergenti e futuri è fondamentale per garantire la continuità aziendale e il raggiungimento dei nostri obiettivi.

Il nostro sistema di controllo interno è costituito da un insieme di presidi che mirano a identificare, monitorare e mitigare i rischi individuati nei diversi segmenti di attività e di clientela. 

Con il modello Sustainable Development Assesment, le operazioni del Gruppo sono soggette ad una valutazione di impatto ex-ante in chiave ESG che supporta, in modo complementare alla più tradizionali valutazioni di rischi, compliance e legale, l’intenzionalità delle nostre scelte verso impatti positivi e la generazione di valore non solo economico ma anche ambientale e sociale.

Le differenti tipologie di rischio sono definite all’interno della Risk Policy di Gruppo, approvata dal Consiglio di Amministrazione, soggetta ad aggiornamento con cadenza semestrale e articolata nel Regolamento Rischi e nei documenti ad esso collegati, ciascuno dei quali riguarda una specifica categoria di rischi.

In particolare, gli strumenti di presidio dei rischi includono anche aspetti legati alla gestione dei rischi di natura sociale, ambientale ed economica. Siamo fortemente impegnati ad assumere decisioni di investimento responsabili al fine di crescere in consapevolezza e trasparenza.

Classificazione e gestione dei rischi ESG

I rischi di natura climatica ed ambientale, sociale e di governance (ESG) sono individuati dalla Direzione Rischi, e definiti in linea con la regolamentazione in ambito finanziario e bancario.

In particolare, tra i rischi climatici ed ambientali sono ricompresi le seguenti componenti: 

  • Rischio fisico: rischio da danni economici diretti o indiretti dovuti a fenomeni climatici o naturali ricorrenti o estremi;
  • Rischio di transizione: rischio di business legato alle politiche di contenimento del global warming;
  • Rischio ambientale: rischi di inquinamento e danni ambientali con conseguenze potenziali in termini reputazionali per il soggetto finanziatore. 
Presidio di 1° livello: Valutazione della sostenibilità delle nostre operazioni e analisi ESG della controparte e dell’oggetto del finanziamento

Le decisioni di finanziamento intraprese dal Gruppo, tengono conto non solo dei rischi finanziari/ climatico e ambientali ma anche degli impatti di natura ambientale, sociale e di governance. Questi ultimi sono valutati attraverso il modello Sustainable Development Assessment (SDA), implementato da CDP per rilevare gli impatti positivi al netto di quelli negativi e agevolare la scelta delle iniziative in grado di generare maggior valore.
Il Sustainable Development Assessment si basa sulla valutazione di 4 dimensioni: 

Coerenza con il piano strategico Valutazione della coerenza alle linee guida del Piano Strategico che tengono conto delle priorità Italia sugli SDG e dei temi materiali per gli stakeholder di CDP
Analisi della controparte Valutazione della controparte in funzione del modello operativo adottato nel settore di riferimento, della governance, delle politiche e della trasparenza verso il mercato 
Analisi del progetto Valutazione dell’allineamento dell’iniziativa rispetto alle tematiche di sviluppo sostenibile e alla Tassonomia UE
Analisi dell’addizionalità Valutazione del ruolo addizionale di CDP nell’intervenire in caso di fallimento di mercato, nell’attrarre risorse addizionali e nel mettere a disposizione Know How necessario

L’analisi di valutazione ex ante è prodotta tenendo in considerazione l’eterogeneità delle iniziative, in termini di controparti, strumenti finanziari, settori e contesti di riferimento nazionali o sovranazionali, assicurando un adeguato livello di confrontabilità tra iniziative.

La metodologia SDA guida l’intenzionalità di CDP nel selezionare le progettualità a maggiore impatto fornendo un framework sistematico, in continuo aggiornamento e in linea con l’evoluzione dei benchmark internazionali, anche tramite la partecipazione di CDP a gruppi di lavoro, promossi dalle Development Finance Institutions (DFIs) europee e dall’OCSE, con l’obiettivo di avere uno strumento di analisi sempre aggiornato ed esaustivo.

Presidio di 2° livello: Valutazione dei rischi ESG

I rischi ESG sono presidiati e valutati dalle unità organizzative della Direzione Rischi, nell’ambito delle attività di controllo di secondo livello.
L’unità Risk Management valuta i rischi climatici ed ambientali delle nuove operazioni sulla base di una metodologia sviluppata internamente. La metodologia consente di valutare separatamente ed in maniera analitica il rischio fisico, di transizione ed ambientale, e di sintetizzarli in un giudizio espresso con classi di rischio predefinite in base alla definizione di uno score quali-quantitativo. A partire dal 2023 l’analisi è estesa anche agli aspetti sociali e di governance.

I rischi di natura ESG sono gestiti nell’ambito dei rischi reputazionali, dei rischi di non conformità e dei rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo. In particolare, la metodologia di Gruppo per la valutazione del rischio reputazionale delle operazioni, contempla anche l’utilizzo di indicatori per la valutazione di rischi legati all’etica e all’integrità, a istanze sociali e ambientali.

I rischi legati al cambiamento climatico e la TCFD

Consapevoli della centralità che riveste il tema del cambiamento climatico, guardiamo con attenzione ai rischi emergenti sul clima, sia nei  termini di possibili impatti economico-finanziari sia dei potenziali rischi reputazionali. Per questo, il Gruppo CDP ha deciso di rendicontare, su base volontaria, le informazioni relative al cambiamento climatico, in base agli ambiti definiti dalla Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD) – l’organo internazionale deputato al monitoraggio e alla promozione della stabilità dei mercati finanziari.

Per maggiori approfondimenti sulla gestione dei rischi, consulta la pagina dedicata sul Bilancio Integrato


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