Next Generation EU e Covid-19: contesto e scenario | CDP

Vaccino o lockdown? L’impatto di Next Generation EU sotto diversi scenari COVID-19

Quali sono le caratteristiche del contesto macroeconomico attuale, tra nuove ondate di contagi e la corsa per l’individuazione di vaccini e terapie?
E quale può essere l’impatto di Next Generation EU all’interno di questo quadro?

Il nuovo brief indaga le peculiarità della fase che stiamo attraversando, con un focus sugli impatti che potrebbe generare l’impiego del programma Next Generation EU.

Leggi i key message dello studio e scarica il documento per tutti gli approfondimenti.

  • Il contesto macroeconomico mostra ancora una grande incertezza. Da un lato, la seconda ondata di contagi potrebbe tradursi in un lockdown locale. Dall’altro, prosegue la corsa all’individuazione di vaccino e terapie.
  • L’impatto di Next Generation EU nei prossimi 3 anni dipenderà dalla capacità di spesa e dal quadro epidemiologico.
  • Si presentano le stime di impatto sotto 3 scenari sull’evoluzione del contagio: base, ottimistico e pessimistico.
  • A seconda dello scenario considerato, grazie agli investimenti finanziati tramite le risorse europee, il tasso di crescita medio annuo del PIL italiano tra il 2021 e il 2023 sarebbe più elevato fino a un punto percentuale rispetto a quello che si realizzerebbe senza le risorse europee.
  • Di conseguenza, migliorerebbe il quadro sul mercato del lavoro e la dinamica del rapporto debito pubblico/PIL.
  • Lo stock di occupati al 2023 potrebbe arrivare ad essere più elevato di oltre 170 mila unità rispetto a quello che si osserverebbe sempre al 2023 qualora i fondi non venissero impiegati, a seconda dello scenario considerato. Il rapporto debito pubblico/PIL sarebbe più basso di almeno 4 punti percentuali.
  • L’impiego di Next Generation EU si dimostra più rilevante qualora il quadro epidemiologico peggiorasse, ovvero qualora la seconda ondata di contagi si traducesse in un nuovo lockdown.
  • In questo caso, l’impiego dei fondi europei garantirebbe un tasso di crescita del PIL reale positivo anche nel 2021, evitando così all’Italia una seconda recessione e un ulteriore peggioramento del rapporto debito pubblico/PIL nei prossimi anni, rispetto al livello già elevato che si attende per il 2020.
  • Rimane poi sullo sfondo l’efficacia delle misure volte a modificare strutturalmente il tasso di crescita dell’economia, attraverso investimenti e riforme che migliorino la produttività complessiva del sistema economico. La vera sfida potrebbe essere dopo il 2023.
Leggi il report