Trasporto Pubblico Sostenibile: il caso dell’elettrico | CDP

Trasporto Pubblico Sostenibile: il caso dell’elettrico

Quali sono le prospettive per la mobilità urbana a basse emissioni a livello globale? Quali gli obiettivi e le risorse individuati a livello europeo per vincere la sfida della transizione energetica nei trasporti? Quali gli spazi per l’affermazione di una filiera italiana degli autobus elettrici? Questi gli interrogativi al centro del nuovo brief che analizza le caratteristiche del mercato degli autobus elettrici e analizza le prospettive di un settore dal cui sviluppo dipende la competitività del sistema Paese e la qualità di vita dei cittadini.

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  • A livello globale circolano quasi 600 mila autobus elettrici per il trasporto pubblico locale, il 16% del parco mezzi complessivo. Le immatricolazioni di bus elettrici dovrebbero raggiungere la totalità dei nuovi mezzi in circolazione entro il 2050.
  • Tale crescente domanda verrà alimentata, in Europa, anche dalle risorse del Recovery Plan. Il PNRR italiano, ad esempio, prevede 3,6 miliardi di euro per il rinnovo del parco mezzi circolante, che si vanno ad aggiungere ai 3,7 miliardi di euro previsti dal Piano Nazionale per la Mobilità Sostenibile.
  • Le risorse programmate, di cui i primi 600 milioni di euro già allocati per il periodo 2022-2026, dovrebbero contribuire all’acquisto di oltre 10 mila autobus a basse emissioni in un orizzonte temporale di 6-10 anni. Si tratta quindi di una domanda di autobus elettrici che potrebbe raggiungere le 1.000/1.500 unità annue, consentendo una graduale sostituzione di un parco mezzi particolarmente vetusto rispetto ai principali peers (età media di 12 anni contro i circa 7 a livello UE). 
  • A livello globale, la filiera produttiva risulta fortemente concentrata, con la Cina che detiene oltre il 90% del mercato grazie alla presenza dei due principali operatori Yutong e BYD. Negli ultimi anni, tuttavia, si stanno affacciando player rilevanti anche in Nord America – con Proterra – ma soprattutto in Europa, con Solaris, Volvo, VDL e Iveco che complessivamente detengono nel 2020 oltre il 40% del mercato comunitario. 
  • In Italia, ad oggi, la filiera è limitata dalla presenza di soli tre produttori finali di autobus elettrici – Iveco, Rampini, Industria Italiana Autobus – con una capacità produttiva ancora contenuta, anche se si evidenzia un ampio spettro di competenze e tecnologie lungo tutta la filiera dell’e-mobility.
  • Per evitare che le ingenti risorse disponibili vadano a finanziare operatori esteri più competitivi e promuovere la crescita della filiera italiana, sono necessari: (i) un’allocazione temporale delle risorse coerente con i tempi di sviluppo dell’industria nazionale, (ii) un’iniezione di capitale capace di dimensionare adeguatamente gli operatori, (iii) una appropriata collaborazione tra settore pubblico e privato, (iv) il potenziamento di una forza lavoro altamente specializzata.
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