L’economia italiana ai tempi del Covid-19: i Brief di CDP

L’economia italiana ai tempi del Covid-19: i Brief di CDP

Quali sono gli impatti del Covid sui settori strategici dell’economia italiana? E quali sono le nuove opportunità da cogliere per affrontare le sfide del futuro?

I Brief del Think Tank di CDP offrono una panoramica sulle evoluzioni economiche e sociali determinate dall’emergenza Coronavirus, indagando le caratteristiche e i cambiamenti delle principali filiere produttive.

Il Brief “Cultura e Covid-19: alcuni fatti stilizzati” sottolinea, in particolare, le evoluzioni in atto nel mondo della cultura, un comparto ampio, eterogeneo, caratterizzato da molte fragilità, emerse inevitabilmente durante la crisi generata dal Covid-19.

Leggi i Key message dello studio e scarica il pdf per tutti gli approfondimenti.


• L’industria della cultura è un comparto eterogeneo e trasversale di difficile perimetrazione e del quale è complesso determinare il valore economico.

• A livello europeo il comparto delle industrie culturali e creative contribuisce al PIL per oltre il 5%. In Italia questo stesso valore sale a più del 6%.

• Il patrimonio culturale italiano pur essendo ampio e indiscusso, con 55 siti Unesco, risulta tuttavia poco sfruttato, con numeri di visitatori lontani da quelli registrati dagli attrattori culturali internazionali.

• Anche l’industria cinematografica ha un ruolo di particolare rilievo, eccellenza nel mondo e con effetti moltiplicativi tra i più alti: ogni euro di domanda aggiuntiva di servizi audiovisivi genera 2 euro nel resto dell’economia.

• La rivoluzione digitale che sta trasformando l’industria cinematografica con l’aumento vertiginoso del consumo sulle nuove piattaforme online, tarda invece a diffondersi nella fruizione più tradizionale dei beni culturali.

• La pandemia di Covid-19 ha rivelato e amplificato la fragilità delle industrie culturali. Oltre il 90% dei musei mondiali ha osservato un periodo di inattività; l’industria cinematografica mondiale ha perso nei primi mesi dell’anno circa 10 miliardi di dollari.

• In Italia i musei hanno perso circa 80 milioni di euro; il cinema quasi 120 milioni di euro, gli spettacoli musicali 350 milioni di euro.

• Al contrario i canali digitali sono rimasti operativi e hanno registrato un vero e proprio boom delle sottoscrizioni. In Italia nelle prime settimane di lockdown l’audience è cresciuta più del 100%.

• Ma anche i segmenti più tradizionali dell’industria culturale hanno sfruttato le potenzialità offerte dal digitale per mantenere viva la relazione con i fruitori dei prodotti culturali.

• La crisi provocata dal Covid-19 potrebbe rappresentare l’occasione per compiere quel processo di digitalizzazione del settore che stentava a prendere piede e che potrebbe consentire al comparto di rispondere alle esigenze di modalità di fruizione più flessibili e personalizzate.

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