La sostenibilità del Trasporto Pubblico: la sfida dell’elettrico

La sostenibilità del Trasporto Pubblico: la sfida dell’elettrico

Lo studio di CDP Think Tank stima le opportunità per l’affermazione di una filiera italiana degli autobus elettrici

Dal 1970 a oggi le emissioni di gas-serra del settore dei trasporti sono più che raddoppiate, contribuendo in maniera decisiva all’avvicinamento del pianeta a un punto di non ritorno in termini di sostenibilità ambientale. 

La previsione di una graduale, ma irreversibile transizione verso una mobilità a emissioni zero è essenziale per raggiungere la neutralità climatica. In questa prospettiva lo sviluppo di motorizzazioni alternative, l’elettrificazione dei consumi energetici, il crescente ricorso alle fonti rinnovabili, la promozione della mobilità condivisa e della connettività dei veicoli sono step imprescindibili per ridisegnare le modalità di trasporto in tutto il mondo e ridurne l’impatto sull’ambiente e sulla vita delle persone.

Secondo le stime riportate in uno studio elaborato da CDP Think Tank, a livello globale circolano oltre 12 milioni di auto elettriche e l’elettrificazione si sta diffondendo rapidamente ad altri segmenti del trasporto su strada, con oltre un milione di veicoli commerciali – inclusi autobus, furgoni e camion – e 260 milioni di ciclomotori, scooter e veicoli a tre ruote. 

In questo contesto, il segmento del TPL elettrico può rappresentare una significativa opportunità per promuovere lo sviluppo della mobilità a basso impatto, facendo leva sia sull’attenzione delle amministrazioni locali, sia sulle risorse sempre più cospicue rese disponibili dai governi centrali.

Se attualmente gli autobus elettrici rappresentano solo il 16% del parco mezzi complessivo, entro il 2050 dovrebbero raggiungere la totalità dei nuovi mezzi in circolazione. Tale crescente domanda verrà alimentata, in Europa, anche dalle risorse del Recovery Plan. Il PNRR italiano, ad esempio, prevede 3,6 miliardi di euro per il rinnovo del parco mezzi circolante, che si vanno ad aggiungere ai 3,7 miliardi di euro previsti dal Piano Nazionale per la Mobilità Sostenibile. Le risorse programmate dovrebbero contribuire all’acquisto di oltre 10 mila autobus a basse emissioni in un orizzonte temporale di 6-10 anni, consentendo una graduale sostituzione di un parco mezzi particolarmente obsoleto.

Tutto questo rappresenta una opportunità per promuovere la crescita di una filiera italiana che ad oggi vede presenti solo tre produttori finali di autobus elettrici in un settore fortemente concentrato, con la Cina che detiene oltre il 90% del mercato. 

Con l’obiettivo di evitare che le ingenti risorse disponibili vadano a finanziare operatori esteri più competitivi, è quindi necessaria una forte collaborazione tra settore pubblico e privato, favorendo un’allocazione temporale delle risorse coerente con i tempi di sviluppo dell’industria nazionale e una disponibilità di capitali in grado di dimensionare adeguatamente gli operatori, potenziando allo stesso tempo una forza lavoro altamente specializzata.

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