La filiera agroalimentare italiana tra scarsità di materie prime e siccità: quali opzioni? | CDP

La filiera agroalimentare italiana tra scarsità di materie prime e siccità

Quali sono le criticità che emergono dagli impatti della siccità e della scarsità di materie prime sulla filiera agroalimentare italiana? Quali le opportunità per realizzare gli investimenti necessari a superare gli ostacoli che ancora limitano le potenzialità del settore?

Il documento descrive il funzionamento della filiera agroalimentare italiana, soffermandosi in particolare sull’individuazione delle criticità che derivano dalla scarsità di materie prime e dai sempre più frequenti eventi siccitosi estremi e sulle priorità strategiche da seguire per cogliere il pieno sviluppo del settore in chiave industriale.

 

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  • L’agroalimentare rappresenta uno dei principali comparti del sistema produttivo nazionale con un fatturato di oltre 500 miliardi di euro e quasi 4 milioni di occupati, pari al 17% del totale nazionale.
  • L’Italia dipende da prodotti agricoli importati per oltre il 22% e da input produttivi provenienti dall’estero per il 49%. Tale dipendenza, in crescita negli ultimi 20 anni, espone il nostro Paese alle turbolenze nei mercati internazionali.
  • Se il 2021 è stato l’anno record delle esportazioni, per un valore superiore a 50 miliardi di euro, il 2022 è invece l’anno della carenza di materie prime, dei rialzi delle quotazioni dei beni energetici, dei prodotti agricoli e dei fertilizzanti.
  • L’Italia sta oggi risentendo del blocco delle esportazioni di alcuni prodotti agricoli (mais, grano, olio di girasole, fertilizzanti) dei quali Russia e Ucraina sono tra i principali fornitori globali.
  • A questi fattori si aggiungono i sempre più frequenti eventi siccitosi estremi che compromettono in modo significativo la resa delle coltivazioni, stimata in calo del 40% per i cereali nel 2022.
  • Tali fattori, portano a individuare delle priorità strategiche:
    • nel breve periodo occorre rafforzare le azioni di tutela delle specialità produttive nazionali e garantire sicurezza e diversificazione degli approvvigionamenti;
    • nel medio-lungo periodo sono necessari investimenti nel sistema irriguo (impianti di irrigazione, invasi e dissalatori) e in tecnologie di agricoltura 4.0, per efficientare l’impiego degli input produttivi, anche in ottica di riuso.

 

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