Crisi dei semiconduttori: cosa succede? Analisi e previsioni | CDP

La crisi dei semiconduttori. Cosa succede?

Quali sono le cause per cui la filiera dei semiconduttori è in crisi? Qual è il ruolo delle grandi potenze economiche nelle varie fasi del processo produttivo, e perché ogni grande produttore dipende dagli altri? Quali azioni di policy hanno adottato i governi per aumentare la propria autonomia nel mercato globale, e qual è il ruolo dell’Italia?

Il documento descrive la crisi in atto nel mercato globale dei semiconduttori, soffermandosi in particolare sull’individuazione delle cause e sulle risposte di policy adottate dai grandi player globali.

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  • La domanda globale di semiconduttori è in forte crescita (+26% nel 2021), ma non è accompagnata da un incremento tempestivo dell’offerta, con conseguenze su tempi di consegna e aumenti nei prezzi.
  • L’eccesso di domanda è spiegato da tre fattori strutturali:
    • l’accelerazione del 5G;
    • il processo di elettrificazione delle auto;
    • la diffusione dell’Internet delle Cose.
  • Ci sono, inoltre, fattori congiunturali:
    • l’aumento di domanda di tecnologia registrato con la pandemia e
    • l’errore di valutazione dell’industria tech che ha giudicato gli eccessi di domanda temporanei e gestibili tramite scorte.
      A questi fattori si è aggiunto il conflitto russo-ucraino, che tramite diversi canali minaccia le catene di fornitura.
  • La filiera produttiva è caratterizzata da specializzazione, concentrazione e forte interdipendenza tra i Paesi produttori. Questa struttura può determinare significative criticità in caso di tensioni commerciali e geopolitiche.
  • L’Europa rappresenta il 20% del fabbisogno mondiale di semiconduttori, ma realizza solo il 10% della produzione, con una dipendenza elevata da forniture estere.
  • In Italia il settore conta circa 1.900 imprese, ma è molto concentrato: le 17 imprese con produzione sopra i 50 milioni di euro valgono oltre il 50% del mercato nazionale. Le province a più alta specializzazione sono Catania, L’Aquila e Monza-Brianza.
  • Le grandi economie, tra cui Stati Uniti e Cina, si sono già attivate per supportare la filiera. L’UE ha adottato lo European Chips Act, pacchetto che ambisce a raddoppiare la capacità produttiva dell’Unione.
  • Il Governo italiano è intervenuto tramite il PNRR, in cui le misure a potenziale beneficio del settore valgono fino a 1,1 miliardi di euro, e attraverso un fondo istituito presso il MISE, con una dotazione di 150 milioni per il 2022 e 500 milioni all’anno dal 2023 al 2030.
  • Vista la strategicità del settore e la connessione con altri comparti produttivi, maggiore autonomia da forniture esterne ed espansione della capacità produttiva costituiscono un fattore abilitante per la crescita di lungo periodo di tutto il Paese.
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