Il sistema energetico italiano alla prova dell’inverno | CDP

Il sistema energetico italiano alla prova dell’inverno

Quanto è vulnerabile il sistema energetico italiano agli incrementi del prezzo del gas in Europa? Quali sono le principali criticità per le imprese energetiche e per il sistema di stoccaggio? Quali sono le opzioni di sviluppo di breve e lungo periodo per calmierare la crisi energetica? 

Il documento analizza le principali criticità che minacciano la tenuta del sistema energetico nazionale in vista dell’inverno alle porte e individua le opzioni di sviluppo di breve e medio-lungo termine per far fronte alla crisi.

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  • Il prezzo del gas in Europa in questi mesi ha raggiunto livelli senza precedenti nella storia degli ultimi cinquant’anni: dopo il picco fuori scala di agosto, dovuto principalmente alla corsa al riempimento degli stoccaggi e alle forti incertezze sulle forniture, da settembre le quotazioni sono in calo. Ma restano ancora oggi su valori record.
  • L’Italia è il Paese europeo più vulnerabile a questi rincari: è maggiore, infatti, l’incidenza del gas importato sia come fonte di produzione di energia elettrica – il 45% contro una media UE del 18% - sia come voce di consumo diretto da parte di imprese e famiglie – il 29% a fronte del 16% europeo. In particolare, oltre la metà delle utenze di famiglie e imprese nel nostro Paese sono esposte contrattualmente alla volatilità dei prezzi dell’energia.
  • A causa dei prezzi record di gas e elettricità, la tenuta del sistema energetico italiano, in vista del prossimo inverno, è minacciata da due principali criticità:
    • la tenuta dei bilanci di imprese energetiche e utenti finali (famiglie e imprese non energetiche);
    • il rischio relativo allo svuotamento degli stoccaggi.
  • I maggiori costi di approvvigionamento di gas stanno minacciando la redditività degli operatori energetici di tutte le dimensioni: fino al 45% di loro potrebbe registrare delle perdite nel 2022.
  • A pesare ulteriormente sui bilanci delle imprese energetiche concorre il rischio legato all’aumento della morosità da parte delle utenze finali a causa del raddoppio dei costi delle bollette.
  • Sul fronte della gestione della liquidità pesano, soprattutto per i grandi operatori energetici, le richieste di ingenti garanzie in contanti a copertura dei contratti stipulati sulla borsa europea del gas. Tale stress finanziario rischia di generare default per gli operatori più fragili e, per quelli più strutturati, ridimensionamenti dei piani d’investimenti previsti.
  • La seconda criticità riguarda il rischio di svuotamento degli stoccaggi prima della fine dell’inverno in caso di interruzione dei flussi di gas russo, a fronte degli elevati costi sostenuti per il riempimento degli stessi.
  • Per far fronte a queste criticità, occorrerebbe: da un lato, affiancare le soluzioni di emergenza già approvate a Bruxelles con un intervento coordinato su un tetto al prezzo del gas importato; dall’altro, perseguire strategie più strutturali per la sicurezza del sistema energetico, quali la diversificazione degli approvvigionamenti di gas e la riduzione della dipendenza dalle fonti fossili.
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