Studi: Finanza Locale - Rapporto 1/2014 | CDP

Finanza locale - Rapporto 1/2014

Il rapporto esplora il quadro all’interno del quale operano le Amministrazioni locali e illustra le principali tendenze dei maggiori aggregati di finanza pubblica nell’ultimo quinquennio, ai fini di  contribuire al dibattito tra gli amministratori e i policy maker e per favorire la realizzazione di politiche sempre più efficaci ed efficienti

CDP analizza i fenomeni relativi alla finanza delle Amministrazioni locali per contribuire al dibattito tra gli amministratori e i policy maker e per favorire la realizzazione di interventi sempre più efficaci ed efficienti.

Gli attori locali rivestono, infatti, un ruolo insostituibile per la crescita del territorio. La realizzazione delle infrastrutture e l’erogazione dei servizi pubblici locali sono attività che, sebbene abbiano una base tipicamente locale, determinano un impatto notevole sullo sviluppo del Paese nel suo complesso.

È sul terreno della gestione oculata ed efficiente dei servizi e degli asset in portafoglio degli Enti territoriali che si misurerà la capacità dei governi locali di favorire la crescita e la competitività delle varie aree geografiche.

Nel “Rapporto sulla Finanza locale n. 1” dell’ottobre 2014, CDP evidenzia che la partecipazione sempre più consistente delle Amministrazioni locali al consolidamento fiscale è avvenuta tramite l’introduzione di vincoli alle spese - correnti e in conto capitale - che pur contribuendo notevolmente al percorso di aggiustamento dei conti pubblici hanno finito per incidere negativamente sul percorso del federalismo fiscale e sulla infrastrutturazione del Paese.


Spesa corrente

Sul versante della spesa corrente, la necessità di consolidamento della finanza pubblica sembra aver indotto gli Amministratori locali ad assecondare meccanismi assimilabili a tagli lineari, piuttosto che perseguire la razionalizzazione delle risorse, prediligendo, quindi, l’obiettivo del contributo alla stabilizzazione dei conti pubblici piuttosto che quello della spesa efficiente.

Dall’analisi condotta sui dati della contabilità di cassa dei Comuni capoluogo di provincia emerge, infatti, la vanificazione degli incentivi all’efficientamento della spesa in consumi intermedi e il sorgere di dubbi sulla realizzazione di un autentico federalismo a pressione fiscale invariata, a causa dell’aumento della tassazione locale registrato negli ultimi anni.


Spesa in conto capitale

Per quanto riguarda i vincoli imposti al finanziamento della spesa in conto capitale e, in particolare, degli investimenti, negli ultimi anni lo stock di debito delle Amministrazioni locali ha registrato una notevole contrazione.

  • Tra il 2009 e il 2013 il debito delle Amministrazioni territoriali è diminuito di circa il 6%, a fronte di un aumento del debito delle Amministrazioni centrali pari a quasi il 20%
  • A fine 2013, il debito pubblico aveva superato i 2 mila miliardi di euro, di cui oltre 1,9 mila miliardi erano a carico dello Stato e degli Enti di previdenza e assistenza, mentre poco più di 100 miliardi erano attribuibili alle Regioni, ai Comuni, alle Province e agli altri Enti locali.
  • Sempre nel 2013, il debito delle Amministrazioni locali si attestava al 7% del PIL, mantenendo la stessa quota su cui si era collocato a partire dal 2010, mentre la totalità del debito pubblico si posizionava intorno al 130% del PIL, dopo essere cresciuta di oltre 15 punti percentuali dal 2009 in avanti.
  • Tra il 2006 e il 2013, la spesa in conto capitale delle Amministrazioni locali ha registrato, in termini cumulati, una variazione negativa del 27%, mentre la spesa di parte corrente ha manifestato un aumento del 7%. Una dinamica che ha inevitabilmente finito per influire negativamente sui flussi di cassa della spesa per investimenti.

Come risultato di queste dinamiche, molte aree del Paese hanno visto deteriorare notevolmente la qualità della dotazione infrastrutturale, la cui realizzazione e manutenzione è finanziata quasi esclusivamente tramite risorse provenienti dagli Enti locali, con inevitabili conseguenze sulla qualità dei servizi erogati.

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