Materie prime: brief CDP, cause dei rincari e come affrontarli | CDP

Cosa succede alle materie prime?

Quali fattori risiedono dietro al forte rialzo dei prezzi delle materie prime innescatosi durante la crisi pandemica? Che ruolo giocherà la transizione energetica nel determinare i futuri fabbisogni di materie prime e quali sfide ne conseguiranno? E ancora, quali le prospettive per l’economia europea, particolarmente dipendente da Paesi terzi per l’approvvigionamento di materie prime “critiche”?

Il documento analizza i fattori congiunturali, strutturali, geopolitici e speculativi che hanno determinato il marcato aumento dei prezzi delle materie prime. Sottolinea le conseguenze e i rischi per l’Europa derivanti dalla scarsità di materie prime “critiche”, indispensabili per vincere la sfida della transizione energetica.

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  • La ripresa economica globale è stata più rapida del previsto, trainando la domanda di materie prime e di semilavorati.
  • A questo aumento di domanda non è corrisposto un incremento adeguato dell’offerta, generando un marcato rialzo dei prezzi che, per alcune materie prime, ha portato i livelli su valori massimi da oltre un ventennio.
  • Da aprile 2020 a dicembre 2021 gli incrementi dei listini sono stati straordinari: +1.692% per il gas naturale, +218% per il Brent, +152% per il carbone, +89% per il rame o +85% per l’alluminio.
  • Le ragioni di tali rincari sono riconducibili a diversi fattori: congiunturali, strutturali, geopolitici e speculativi.
    • Tra i fattori congiunturali, oltre allo squilibrio tra domanda e offerta, determinanti sono stati anche i tagli alla produzione del petrolio greggio da parte dei Paesi OPEC+, le condizioni climatiche estreme avutesi in alcuni mercati critici e altri eventi avversi, quale il blocco del Canale di Suez.
    • Tra le cause strutturali rientra il forte incremento della domanda delle commodities necessarie per il raggiungimento degli obiettivi connessi alla transizione ecologica.
    • Tra i fattori geopolitici, emergono il peso preponderante nel contesto internazionale di pochi attori - quali Cina e Russia e loro Paesi satelliti - per il controllo di alcune materie prime, nonché il verificarsi di alcuni eventi fortemente destabilizzanti, come il colpo di stato in Nuova Guinea, importante esportatore di bauxite, che hanno determinato gravi rallentamenti nelle catene di fornitura globali.
    • Rileva infine la speculazione finanziaria, che ha amplificato le pressioni al rialzo sui prezzi.
  • Per l’Europa, la fornitura di gran parte delle materie prime “critiche”, essenziali per la transizione energetica, è soddisfatta da Paesi terzi: oltre il 98% delle terre rare dalla Cina, l’87% del litio dall’Australia, il 71% del platino dal Sudafrica.
  • Risulta quantomai cruciale investire in innovazione, diversificare le forniture da Paesi terzi e rafforzare l'uso circolare delle risorse, al fine di garantire un approvvigionamento sicuro e resiliente delle materie prime.
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