Conclusa la nuova edizione dell’ESG Corporate Program di CDP e Bologna Business School

Conclusa la nuova edizione dell’ESG Corporate Program di CDP e Bologna Business School

Dopo undici giornate di formazione itineranti, termina il percorso 2024-2025 nato con l’obiettivo di potenziare le competenze dei professionisti del settore e accompagnare le aziende nelle sfide della sostenibilità


Sviluppare competenze trasversali e creare un linguaggio comune sulla sostenibilità per accompagnare le aziende italiane nelle sfide della transizione ecologica. 

Sono stati questi gli obiettivi del percorso “Sustainability Transition Management and ESG Analysis”, il programma formativo lanciato lo scorso 18 novembre dal Gruppo CDP in collaborazione con Bologna Business School (BBS).

Aperto quest’anno anche alle società partecipate del Gruppo CDP, l’ESG Corporate Program si è sviluppato attraverso undici giornate formative, quattro moduli con interventi di professionisti e accademici di rilievo internazionale, lezioni in presenza, lavori di gruppo, laboratori pratici, analisi di casi studio e sessioni di distance learning. Per celebrare la chiusura della seconda edizione, presso la sede di Roma di Cassa Depositi e Prestiti, si è tenuto un evento dedicato nella giornata del 2 aprile.

Quasi l’80% dei partecipanti è rappresentato da esperti della sostenibilità provenienti dalle grandi aziende partecipate da CDP, presenti anche nella ESG Community del Gruppo CDP, da Simest a CDP Equity, da CDP Real Asset a Fintecna, passando per CDP Venture Capital, Ansaldo Energia, Autostrade per l'Italia, Euronext, Fincantieri, Fondo Italiano di Investimento, Italgas, Open Fiber, Poste Italiane, Polo Strategico Nazionale, Renovit, Snam, Terna e Valvitalia.

In un mercato del lavoro in continua evoluzione, l'importanza di investire nella formazione ESG è sempre più riconosciuta a livello globale. Secondo un  Report del World Economic Forum , la transizione energetica, la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale stanno ridefinendo le abilità richieste dalle aziende. Entro il 2030, si prevedono 78 milioni di nuovi posti di lavoro nel campo ESG, mentre tra il 2021 e 2024 la domanda di green talent è aumentata del 5,9% su base annua, creando un divario significativo tra un fabbisogno in continua crescita e un’offerta che fatica a soddisfare le necessità del mercato. In Italia, solo un lavoratore su otto possiede competenze sul fronte della transizione verde, nonostante l’incremento costante dei green jobs, che nel 2023, secondo un recente rapporto GreenItaly, hanno rappresentato il 34,8% dei nuovi contratti, evidenziando la necessità di investire in percorsi formativi per colmare il gap di professionalità richieste.

Durante l’evento finale, i partecipanti hanno presentato sei project work realizzati per trovare soluzioni innovative su temi relativi agli ambiti Environment, Social e Governance.

Partner dell’iniziativa, la Business School Internazionale dell’Università di Bologna (BBS), che si è contraddistinta nella formazione e nella ricerca in materia di sostenibilità, anche grazie alla collaborazione con docenti internazionali provenienti da altre istituzioni come Harvard Business School e Johns Hopkins SAIS.

Fabio Massoli, Direttore Amministrazione, Finanza, Controllo e Sostenibilità di CDP, dichiara: “Le aziende che crescono sui nuovi mercati hanno sempre più necessità di investire efficacemente in innovazione e sostenibilità. È quindi sempre maggiore la richiesta di figure professionali che possano accompagnarle in questa direzione. In un contesto in continua trasformazione, le competenze ESG sono sempre più richieste e diventa ancora più importante continuare a investire sulla formazione, coinvolgere gli stakeholder e ascoltare le loro esigenze. La finanza sostenibile può giocare un ruolo fondamentale nell’accelerare la transizione ecologica, promuovendo al contempo i valori della sostenibilità”.
Lorenzo Massa, Visiting Professor, Business School di Bologna, commenta: "L’innovazione è una leva strategica per coniugare sostenibilità e competitività delle imprese. La transizione green non è solo una risposta alle pressioni normative, ma un’occasione per ripensare i modelli di business in chiave evolutiva e generativa. Per fare questo, fare report non è sufficiente. Serve la disciplina dell’innovazione e l’integrazione di modelli di business per la sostenibilità. Solo così si possono cogliere le opportunità di mercato e rispondere alle richieste dei clienti che sempre più si orientano verso aziende capaci di creare valore anche sotto il profilo ambientale e sociale”.

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