Roma, 11 aprile 2012
ABI, Cassa depositi e prestiti (CDP), SACE e SIMEST hanno firmato oggi, presso la sede di CDP di Roma, un accordo finalizzato a potenziare il supporto finanziario alle imprese esportatrici italiane, con l’obiettivo di rafforzarne la competitività internazionale. Firmatari il Direttore Generale di ABI, Giovanni Sabatini, e gli Amministratori Delegati di CDP, SACE e SIMEST, rispettivamente: Giovanni Gorno Tempini, Alessandro Castellano e Massimo D’Aiuto.
L’accordo stabilisce anzitutto la proroga di un anno (fino al 6 aprile 2013) della Convenzione “Export banca”, che già prevede il supporto finanziario di CDP (2 miliardi di euro iniziali) e la garanzia di SACE, in complementarietà col sistema bancario, nelle operazioni di finanziamento per l’internazionalizzazione e le esportazioni delle imprese italiane.
Inoltre, lo strumento verrà integrato attraverso la definizione delle modalità di intervento di SIMEST, mentre verranno valutate e dettagliate le modalità pratiche per l’ampliamento del raggio di azione del sistema integrato “Export banca” anche a:
Risultati raggiunti
Con l’aspettativa per il prossimo futuro di 40 nuove operazioni finanziabili, ad un anno dalla sigla della Convenzione “Export Banca” tra ABI, SACE e CDP, sono state finanziate due operazioni, per un totale di circa 800 milioni di euro, mentre altre tre sono in fase di conclusione. I settori di riferimento di queste cinque operazioni sono cantieristica, edilizia, infrastrutture e gas e petrolio.
Prospettive
Anche grazie all’accordo firmato oggi, “Export Banca” potrà far fronte in maniera più efficiente alla pipeline di 40 operazioni in istruttoria preliminare. L’importo totale di queste è al momento stimabile in oltre 9 miliardi di euro, interamente garantiti da SACE, con una quota di pertinenza CDP pari a circa 4,5 miliardi di euro.
La maggior parte delle operazioni in istruttoria preliminare è di tipo “credito acquirente”, mentre oltre una decina sono le operazioni a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese italiane, ossia finalizzate a supportare l’apertura di filiali e acquisizioni all’estero da parte di aziende italiane. La valuta principale di denominazione è l’euro (circa 30 operazioni per oltre 7 miliardi di euro), mentre il controvalore delle operazioni denominate in dollari USA è equivalente già a quasi 2 miliardi di euro. I settori prevalenti per le operazioni potenzialmente finanziabili sono, nell’ordine, infrastrutture, chimica e petrolchimica, gas e petrolio, produzione e distribuzione energia, cantieristica, meccanico e metallurgico.